In Emilia, dopo il terremoto, non si dorme. Si sta svegli ad
aspettare il giorno, la luce, quell'atmosfera di coscienza che ti fa
sentire più al sicuro e che, nel caso limite, ti permetterebbe di essere
vigile.
La sera del terremoto io (Bè) dormivo ed ho fatto la
conoscenza di qualcosa di cui avevo solo e sempre sentito solo parlare.
Devo dire che non è stato un piacere e che le novità, in tal senso, non
mi piacciono. Preferisco l'inconsapevolezza.
Berti anche dormiva, scambiando la scossa per mosse tumultuose delle compagne di appartamento.
D'altronde la gioventù fa anche questo: far scambiare qualcosa per qualcosa d'altro.
il corpo umano |
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